La storia di Alessandra

Gennaio 10, 2018 - by Team Diastasi Italia - in Prima e dopo, Testimonianze

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Sono Alessandra, ho 33 anni e vorrei raccontarvi il mio percorso positivo contro questa patologia, la diastasi addominale, che prima non conoscevo e negli anni mi sono resa conto, quanto fosse poco conosciuta e nominata.
A 24 anni rimango incinta della mia prima bimba, Eva, e prendo 44 kg… Passo da 60 a 104, gravidanza a rischio, riposo e mangiare male mi portano a questo. Durante la gravidanza avevo un dolore fisso all’ombelico e mi dissero che probabilmente era la bambina puntata letteralmente su quel punto.
Partorisco a 41 settimane, con induzione, 72 ore di contrazioni inutili ma dolorosissime, ossitocina, episiotomia, manovra di kristeller e lacerazione di quarto grado con circa 40 punti per questo.
Mi rendo conto subito, che la pancia è tutta là ancora, tanto che c’è chi mi chiese se aspettavo di nuovo… avevo un pancione spropositato alla fine e provo a convincermi che ci vorrà solo del tempo e che con la perdita dei kg in più se ne andrà.
Intanto da subito avevo dei dolori molto forti alla schiena, ma tra avvio dell’allattamento e bimba con reflusso grave, pensavo fosse dovuto al fatto di avere una neonata sempre in braccio, in piedi o al massimo seduta, perché era l’unico modo per farla dormire una mezz’ora.
Passano 17 mesi, quella pancia era ancora lì, inizio a informarmi, cercare qualcosa che rispondesse a ciò che vedevo, e arrivo a capire che si tratta di diastasi addominale grazie al blog di una mamma.
Intanto inizia a notare una strana protuberanza che fuoriusciva se inarcavo la schiena all’indietro o quando spesso tiravo su la mia bimba, che poi scoprirò essere la cosiddetta pinna (o cresta) tipica della diastasi addominale, visto il non contenimento da parte della parete addominale, degli organi stessi.
Scopro che per risolverla serve effettuare un’addominoplastica, guardo i prezzi e avvilita mi arrendo al fatto che non potrò mai permettermela. Cerco di accettare e metabolizzare la cosa, ma in realtà dentro mi sentivo male, molto male.
Poco dopo rimango incinta del mio secondo bimbo e qui prendo 18 kg.
Quattordici mesi dopo, tornata al peso pre-gravidanza, inizio a prendermi più cura di me, diastasi o meno, e comincio ad allenarmi in casa. Dopo qualche tempo inizio ad avere fitte forti all’ombelico ogni qualvolta mi piegavo per prendere qualcosa, ma un dolore come se si strozzasse qualcosa.
Vado dal mio medico di base, gli spiego che pensavo di avere una diastasi addominale con la sintomatologia, e lui visitandomi, me la conferma.
Qui grazie a lui, la svolta. Mi consiglia una visita al Campus Biomedico con un chirurgo plastico, spiegandomi che da un tot cm in poi l’operazione è passata dal sistema sanitario nazionale e lo stesso giorno prenoto l’appuntamento.
Ero incredula, forse potevo risolvere tutto. Effettuo la visita e vengo messa in lista, con una diastasi da ecografia addominale, di 3 cm, ma secondo il mio chirurgo, di almeno 4. Mi dicono che i tempi di attesa sono di almeno un anno.

Passato un anno vengo a conoscenza in estate (estate 2016) di un gruppo su Facebook, dedicato a questa patologia, mi iscrivo e li trovo delle Donne meravigliose, una piccola famiglia che ogni giorno crescerà sempre più, dove ci si sostiene e si scopre quanti sintomi porti questa patologia. Da lì esasperata dai tempi di attesa, decido di prenotare un’altra visita in un altro ospedale che effettua questo intervento sempre in convenzione. Avendo solo tre cm li mi dicono che senza ernia non mi possono mettere in lista, oltretutto pochi giorni prima effettuo un’altra ecografia durata 3′ netti dove mi si dice, che dopo tre anni dal secondo parto, la diastasi si è ridotta a 1,7 cm (cosa fisiologicamente impossibile). Ne esco moralmente devastata, i dolori sono sempre di più e so bene dentro di me, che quel buco è almeno di 3 cm.
Continuo ad allenarmi, continuo a prendermi cura di me e attendo la chiamata, perché grazie al cielo, sono comunque in lista al Campus.
Passano 22 mesi e grazie ad Adry, una delle admin del gruppo, vengo a sapere che a fine settembre dovrei avere la pre-ospedalizzazione.
Il 25 settembre finalmente la faccio. Tutto perfetto, anche l’emoglobina, che io ho sempre bassa essendo portatrice sana di microcitemia.
Passano due settimane e il 9/10, quasi alle 18, squilla il cellulare, penso sia una delle solite chiamate per i contratti telefonici e rispondo un po’ scocciata… dall’altra parte invece mi dicono che chiamano dal Campus Biomedico e che volevano dirmi che c’è da effettuare un pre-ricovero mercoledì, ma quest’ultimo mi verrà confermato entro la mattinata stessa, altrimenti sarebbe saltato. Se invece veniva confermato, avrei avuto il ricovero dalle ore 15 e il giorno dopo ci sarebbe stato il Mio intervento.
Vi lascio immaginare che non ho capito più nulla dalla parola pre-ricovero, ho passato due giorni a saltellare, non riuscivo a capire come organizzarmi, non riuscivo a pensare, soprattutto nelle prime 24 ore, mentre nelle successive sono corsa ad acquistare le cose fondamentali: calze antitrombo e fascia in primis.
Mercoledì ero letteralmente attaccata al telefono, verso le 12 ho addirittura chiamato per sapere se potessero dirmi qualcosa e la risposta fu che doveva scendere la lista e se fosse stato confermato, mi avrebbero richiamato a breve. Inutile dirvi che alle 13 pensavo non avrebbero più chiamato, e invece squillò di nuovo il telefono, e mi dissero che era confermato il pre-ricovero alle 15.
Attaccai e l’unica cosa che riuscii a fare fu saltare al collo del mio compagno e piangere di felicità e poi di corsa verso la mia rinascita!!
Ero l’unica in pre-ricovero con un sorriso a 36 denti, e per le 17 ero nella mia camera. Mi confermarono l’intervento per la mattina dopo, chiesi verso che ora e quando mi disse, sei la prima alle 7:30, mi sono dovuta trattenere dal saltare per quanto ero felice. Lo avevo sognato per quasi 7 anni ed ora era lì, davanti a me.
Poco dopo arrivò colui che considero il mio chirurgo (io sono stata operata dall’equipe di Marangi e Coppola Morelli ed è quest’ultimo che mi segue dal disegno), il dottor Coppola e per più di un’ora sistemò e fece il mio disegno, confermandomi anche quello che sospettavo, la mia diastasi si stava aprendo ulteriormente dall’ombelico allo sterno ed era già più di 2 cm.
La sera avevo i lacrimoni tra messaggi delle ragazze del gruppo, l’emozione, i miei bimbi a casa felici che mamma fosse così contenta, e dormii ben poco. Alle 6:30 ero già pronta per la mia rinascita, sorridevo talmente tanto che il signore che mi portò giù mi chiese, sei felice eh? Io dissi: si, tantissimo!!
Scesa mi salutò l’equipe, vidi Marangi e Coppola, mi dissero che era confermato il taglio a T (poca pelle e poco elastica nonostante l’avessi svuotata al massimo tra allenamenti e alimentazione) un cm più alto, anestesia, guardai l’ora, erano le 8 quasi, entrai in sala, lettino operatorio, pressione, controllo del cuore sul dito e boom non ricordo più nulla, secca nel mondo dei sogni.

Mi risveglio solo con tanto freddo, mi dicono che è andata benissimo, mi mettono delle coperte e un tubo attaccato ad una stufetta, che lascia aria calda e dopo 5′ smetto di tremare… sono felice ed è come se avessi dormito 10 ore di fila e soprattutto non sento più il dolore alla schiena che da anni mi rendeva impossibile stare in posizione supina!!
Da quel giorno sono passati quasi tre mesi (il 12 gennaio), ed è la cosa migliore che abbia fatto per me stessa, niente più:

– Mal di schiena invalidante
– incontinenza
– movimenti nella pancia come se ci fosse un bambino
– anca che faceva male
– ovulazione dolorosissima
– ciclo lungo irregolare e doloroso
– pancia che improvvisamente si gonfiava tipo sesto mese e faceva malissimo
– mal di stomaco e nausea
– dolori alle spalle ormai infiammate perché da anni potevo dormire solo di lato
– dolori durante i rapporti in alcune posizioni
– più sicurezza in me stessa e il sentirmi anche più femminile, con una pancia sana e si, anche bella.

Non ho avuto problemi con la cicatrice a differenza di tante ragazze, la amo immensamente, perché mi ricorda che nonostante le cadute, le mazzate a volte prese, gli anni a piangere e non capire cosa avessi o a pensare che mai avrei potuto risolvere, nonostante medici incompetenti o persone che sottovalutano o addirittura non conoscono questa patologia, perché di questo si tratta (alla fine la mia era di 4 cm), ho vinto io, ho lottato e mi sono presa la mia RINASCITA!!
Non mollate mai ragazze, insistete, credete in ciò che sentite e pretendete di poter stare bene, non vi fermate al primo no, alla prima conclusione, perché è davvero una rinascita e la merita ognuna di noi.

Alessandra

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Team Diastasi Italia

2 thoughts to “La storia di Sabina”

  • ANNA STRAZZULLO

    7 Giugno 2022 at 19:45

    ciao sono Anna ho 58 anni e ho avuto due gravidanze e ho sempre sofferto di mal di schiena ho letto la tua storia e da un po di tempo ho gli stessi tuoi sintomi .Tipo il cuore e nn posso stare in piedi tanto tempo.ho fatto elettro cardigramma tt nella norma .Vorrei fare un esame per vedere se soffro didiastasi .Cosa mi consigli di fare per prima cosa ,cioe con chi ne devo parlare?Grazie se mi rispondi

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  • Francesca

    29 Settembre 2023 at 19:29

    Da cinque anni, dopo la mia seconda gravidanza, ho problemi di ogni tipo, gonfiore addominale, movimenti intestinali visibili, dolore forte al petto da reflusso, palpitazioni, digestione lenta, mal di schiena, incontinenza. Ho fatto esami di ogni tipo e tutto è risultato nella norma. Il chirurgo ha riscontrato una diastasi addominale associata ad un’ernia ombelicale…ho pensato che, finalmente, tutti i miei problemi, avevano una causa. Sono stata messa in lista presso l’ospedale di Padova il 17/02/2020….ad oggi dopo 3 anni e 8 mesi sono ancora in attesa. Non siamo importanti noi… è un problema estetico dicono…no è un problema che a 38 anni mi sta rovinando la vita. Li chiamo sempre per avere notizie…nulla, non hanno una data. Sentire che qualcuna di voi è stata meglio, mi riempie il cuore e mi dà speranza. Forse anche io un giorno starò meglio…

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