Una chirurgia gentile per la diastasi addominale: la Tecnica LAP-T® (Laparoscopic Abdominoplasty Technique) del Prof Giuseppe Pozzi

Giugno 23, 2023 - by - Team Diastasi - in Il Chirurgo risponde

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Introduzione

 

Il Professore Giuseppe Pozzi,

  • fondatore e responsabile del Centro Internazionale per la cura della Diastasi Addominale
  • pioniere della chirurgia mini invasiva sulla parete addominale
  • esperto internazionale sulla chirurgia mini-invasiva della diastasi dei muscoli retti
  • detentore della più ampia casistica mondiale di interventi chirurgici mini-invasivi eseguiti per la cura della diastasi addominale

Dagli oltre trent’anni di studio e ricerca è nata la Tecnica LAP-T, la sua personale tecnica mini-invasiva per la risoluzione definitiva della diastasi addominale e delle patologie erniarie correlate.

Oggi risponde ad alcune nostre domande.   

 

Da quanto tempo si occupa di diastasi addominale?

Da oltre 20 anni ho applicato i principi e le tecniche della chirurgia mini invasiva al trattamento dei difetti della parete addominale, ernie, laparoceli e soprattutto della diastasi addominale.

Nel 2006 ho ideato la tecnica LAP-T con l’obiettivo di risolvere la diastasi e le patologie correlate con la minor invasività chirurgica ed anestesiologica scientificamente realizzabile, con un conseguente rapido decorso postoperatorio e la veloce ripresa delle attività quotidiane, lavorative e dello sport

La tecnica è in continua evoluzione, frutto di un continuo aggiornamento professionale e dell’impiego delle strumentazioni più sofisticate ed evolute per una chirurgia sempre più gentile.  Le caratteristiche della tecnica LAP-T hanno consentito l’impiego di una farmacologia sofisticata per una anestesia più leggera senza l’intubazione orotracheale con un risveglio confortevole, evitando la nausea, la sensazione di vomito e la cefalea che possono presentarsi dopo le classiche anestesie generali.

 

Ci parli della Sua tecnica.

LAP-T, Laparoscopic Abdomino Plasty Technique, ossia Addominoplastica Laparoscopica eseguita in Gas-Less, da non confondere con interventi per la diastasi eseguiti in laparoscopia classica.

La durata è intorno alle 2 ore e vi racconto alcuni punti chiave:

  • L’anestesia è senza l’intubazione. L’intubazione dell’anestesia generale viene infatti evitata grazie alla mini-invasività della tecnica, ai suoi numerosi accorgimenti e dettagli della laparoscopia gas-less ossia non a pancia gonfia e all’impiego sapiente e misurato delle tecnologie, fattori che ci permettono di modulare l’anestesia e la sua profondità. Il risultato è un risveglio confortevole, senza la fastidiosa sensazione di nausea e vomito ed una più rapida ripresa.
  • solo 3 incisioni millimetriche sotto la linea dello slip
  • è una laparoscopia gas-less, ossia una laparoscopia non a pancia gonfia, tale da consentire un intervento con la parete piana in posizione quasi naturale
  • eseguo l’intervento con telecamera con ampio angolo per una migliore e completa visione del campo operatorio, con magnificazione ed alta definizione delle immagini, tale da risultare una tecnica di estrema precisione nella cura del dettaglio ed esangue
  • il segreto per l’ottima riuscita è nella sutura “tailored “, su misura, dei muscoli retti ed eseguirla non è semplice: qui gli anni di esperienza fanno la differenza
  • è sempre diversa da paziente a paziente,
  • deve essere calibrata in relazione al danno e all’entità della diastasi, sulla base dello studio TC preoperatorio
  • deve compensare le linee di forza opposte alla sutura lungo il decorso della diastasi e consentire il lavoro in flesso-estensione e torsione dei muscoli addominali durante le attività quotidiane e lo sport
  • risolve le ernie della linea mediana addominale ed il laparocele post cesareo a volte associato
  • tratta anche la frequente diastasi laterale ossia la separazione dei muscoli retti dai muscoli laterali
  • per l’esecuzione della sutura non si eseguono scollamenti tissutali né delle fasce dei muscoli retti, con assenza di complicanze come il sieroma e l’ematoma interno e il vantaggio di non richiedere mai drenaggi

 

Insomma il successo è nella precisa e corretta esecuzione della sutura dei muscoli retti che non può essere standardizzabile, la sutura è infatti sempre diversa come è sempre diversa la diastasi e le caratteristiche di ciascuna paziente.

  • La rete protesica ultrasottile si applica solo nei casi più avanzati, può essere assorbibile totalmente o parzialmente, o non assorbibile, ma sempre ultraleggere e stimolanti la rigenerazione tissutale sul versante posteriore della parete addominale dove impatta la pressione positiva endo-addominale. I sistemi di fissaggio della rete ultrasottile sono microscopici, riassorbibili e con penetrazione di 2-3 millimetri solo nella fascia muscolare, senza interferire con il muscolo, ossia con il fisiologico movimento di contrazione e rilasciamento dei fasci muscolari
  • Nessun drenaggio viene posizionato né applicato il catetere vescicale
  • Ciò che rimane sono solo tre incisioni millimetriche sotto la linea dello slip, senza punti esterni e senza cicatrici visibili nel tempo.

Quindi, in sintesi, LAP-T è una tecnica su misura, “tailored”, affinata sui dettagli di ogni specifico danno parietale e sulle esigenze specifiche di ogni paziente.

LAP-T è sinonimo di una chirurgia precisa, dedicata, rispettosa e gentile e di un’anestesia che modula e riduce la sua profondità proporzionandola alla minore invasività dell’intervento chirurgico senza la necessità dell’intubazione orotracheale.

LAP-T è una tecnica consolidata e sicura: ad oggi conta più di 1600 pazienti operati negli anni per diastasi primaria o recidiva dei muscoli retti con ernie associate o laparoceli.

LAP-T permette una riparazione completa della parete addominale, restituendo la corretta anatomia, la piena funzionalità, recuperando al contempo l’aspetto estetico con risultati che le stesse pazienti hanno iniziato a definire con il termine “LAP-T Shape”.

Infine LAP-T rappresenta il mio modo di vivere la chirurgia, con sacrificio e dedizione ed una filosofia sempre più mini-invasiva. E’proprio per questo che la tecnica non porta volutamente il mio nome, nonostante ne sia l’ideatore, perché la tecnica è dedicata, dedicata al benessere delle persone sia uomini che donne che purtroppo per diversi motivi vanno incontro alla diastasi, persone che posso trovare in LAP-T la soluzione gentile e rispettosa al loro problema.

 

 

Quando si può intervenire chirurgicamente sulla diastasi con LAP-T?

L’intervento con LAP-T è indicato per diastasi dei muscoli retti con distanza infrarettale compresa tra i 3 cm ed i 15 cm, la diastasi laterale, il Floppy Wall, la diastasi recidiva, oltre ad ernie addominali e laparoceli. L’intervento LAP-T è ideale in persone normopeso in presenza di moderato sovrappeso, negli sportivi e nelle donne longilinee, e quando si desideri una futura gravidanza. Nei casi in cui l’intervento è indicato, non ci sono limiti di applicabilità.

 

 

Rimangono cicatrici evidenti?

No, non rimangono cicatrici visibili. Grazie all’esclusivo “Ghost approach” della tecnica LAP-T, le tre micro incisioni di pochi millimetri vengono effettuate esclusivamente in zona sovrapubica, sotto la linea dello slip e non richiedono punti di sutura esterni. Non sono presenti accessi attraverso l’ombelico e sul fianco come nelle classiche tecniche laparoscopiche o laparoscopie robot assistite (robotica). I segni delle millimetriche incisioni tenderanno a essere invisibili con il passare del tempo.

 

In cosa si differenzia LAP-T rispetto alla laparoscopia classica e alle altre tecniche chirurgiche come l’addominoplastica classica, la robotica o le tecniche che eseguono la sutura dei retti con stapler e clip metalliche?

La tecnica LAP-T ha come obiettivo una restitutio ad integrum anatomica e funzionale della parete addominale con accurata attenzione all’estetica.

LAP-T è l’essenza della mini-invasività chirurgica ed anestesiologica finalizzate ad un rapido recupero della quotidianità, dell’attività lavorativa e dello sport.

Le altre tecniche di riparazione della diastasi, sebbene diverse tra loro, hanno come fattore comune una maggiore invasività chirurgica e anestesiologica.

  • L’addominoplastica è una tecnica in uso da decenni e non è mai sostanzialmente cambiata nel corso del tempo. In alcune condizioni ha le sue precise indicazioni, certo non in una donna giovane o meno giovane senza cute in eccesso o con eccedenza cutanea trattabile con tecniche dermatologiche all’avanguardia. L’invasività dell’addominoplastica si caratterizza per una anestesia generale con intubazione, le ampie incisioni cutanee anche con forma a T inversa, il traumatico scollamento dei tessuti, la presenza di drenaggi e la possibilità di riscontrare, anche in mani esperte, la possibilità di ematomi, sieromi e, spero mai, anche infezioni. Il decorso postoperatorio è lungo e lenta è la ripresa della quotidianità.
  • Oggi si parla molto di robotica. La realtà è che il robot viene impiegato in chirurgia da oltre 20 anni. Negli interventi addominali è in effetti una laparoscopia robot assistita. E’ una buona tecnologia da impiegare, però con le giuste indicazioni. Nella chirurgia della diastasi è una tecnologia invasiva, aiuta prevalentemente il chirurgo nel compensare il proprio limite tecnico, penalizzando però la paziente con una maggiore invasività. Necessita infatti di una anestesia generale profonda con intubazione, per impedire anche il minimo movimento del corpo durante l’intervento ed evitare che le braccia metalliche del robot fisse nell’addome possano creare danni ai tessuti interni, E ’una laparoscopia a pancia gonfia e le 3 o 4 braccia metalliche del robot vengono inserite nel corpo attraverso incisioni di dimensioni centimetriche nella regione laterale dell’addome ed a volte in area ombelicale.

Il robot facilita il chirurgo prevalentemente nella complessa esecuzione della sutura dei retti, penalizzando purtroppo la paziente con una maggior invasività chirurgica ed anestesiologica.

Purtroppo a volte si perde il punto di vista. L’obiettivo dell’impiego della tecnologia è la riduzione dell’invasività dell’intervento e la riduzione dell’impatto chirurgico sul paziente, cosa che a volte viene dimenticata, ed il trattamento della diastasi in robotica ne è un esempio. Vedremo in futuro se le evoluzioni tecnologiche saranno anche a favore del paziente… Per ora per il trattamento della diastasi ritengo preferibile prediligere l’esperienza del chirurgo e una filosofia di approccio realmente mini-invasiva.

 

  • Nella laparoscopia classica, tipicamente, non viene eseguita una sutura ricostruttiva di riunione dei muscoli retti per la chiusura della diastasi ed il ripristino della corretta anatomia: viene semplicemente posizionata una protesi a tutela del difetto di parete e a cura e prevenzione delle complicazioni erniarie (tecnica Bridge-IPOM). La mancata chiusura dei muscoli retti non consente di recuperare la desiderata silhouette, il ripristino della corretta anatomia e la piena funzionalità.

 

  • Esistono poi tecniche con l’impiego di suturatrici meccaniche per la diastasi che suturano le fasce dei muscoli retti applicando centinaia di clip metalliche sulla linea mediana addominale. In questi interventi viene sempre eseguito lo scollamento dei piani posteriori dei muscoli retti ed inserita una rete protesica a contatto con i fasci muscolari. Queste tecniche abbracciano l’idea che la ricostruzione della linea mediana possa essere eseguita con materiale metallico ed in modo sovrapponibile in tutti i pazienti, indipendentemente dalle caratteristiche della diastasi e della conformazione della paziente e della sua cavità addominale. In tutti i pazienti viene creato uno scollamento del piano muscolare con le possibili problematiche di sieroma ed ematoma nell’area. Sono tecniche che prediligono la standardizzazione dell’intervento chirurgico al fine di renderlo facilmente ripetibile in modo simile/uguale in tutte le pazienti. Questi concetti sono molto lontani dalle caratteristiche “tailored” di personalizzazione della tecnica LAP-T, che si pregia di una sutura dei retti specifica per ogni paziente, l’assenza di scollamenti tissutali e di conseguenza l’assenza di complicanze come il sieroma e l’ematoma interno.

 

  • LAP-T si caratterizza per una minore invasività chirurgica ed anestesiologica poiché prevede la ricostruzione della parete addominale attraverso piccole incisioni cutanee di 3-5 millimetri, sotto la linea dello slip, un’anestesia generale senza intubazione, l’assenza di scollamenti tissutali con assenza di sieromi o ematomi interni, la sutura manuale dei muscoli retti dedicata al caso clinico sempre studiato con la TC 3D preoperatoria. I tempi di intervento sono di circa 2 ore, con una o due notti di degenza, ed il decorso postoperatorio è rapido con l’obiettivo di recuperare velocemente la quotidianità, normalmente in una settimana.

 

 

In cosa consiste il post operatorio?

L’intervento con LAP-T prevede uno o due giorni di degenza durante i quali si è in grado di camminare, salire e scendere piani di scale.  

(Clicca sul seguente link per vedere il video la paziente deambula in corridoio la sera dell’intervento chirurgico)

VIDEO PAZ OPERATA

Al rientro a casa si può prendere il bimbo in braccio, fare la doccia, guidare l’auto, insomma in una settimana dall’intervento, si ritrova la normalità. Il bagno in piscina è possibile dopo 7 giorni, in mare dopo 10.

La riabilitazione della parete addominale generalmente avviene già dopo 7-14 giorni dall’intervento.

 

L’intervento con LAP-T può essere eseguito durante il periodo dell’allattamento?

Sì. Grazie all’anestesia leggera messa a punto dalla mia équipe, sarà possibile riprendere l’allattamento al rientro a casa, dopo 48 ore dall’intervento. Il programma farmacologico post operatorio è compatibile anch’esso con l’allattamento.

 

Dopo l’intervento con LAP-T è possibile avere ulteriori gravidanze?

Sì. In 16 anni ed oltre 1600 interventi che ho eseguito con la tecnica LAP-T, 53 mamme hanno avuto una gravidanza successiva alla ricostruzione con LAP-T. Le ho seguite con un programma dedicato di visite ed ecografie nel corso della gravidanza e dopo il parto. Tutte hanno portato avanti la gravidanza e partorito in modo naturale o con cesareo, senza problemi e senza recidive della diastasi. Questo ritengo sia un grande successo, frutto di anni di studi dedicati anche a questo obiettivo.

 

Per quanto riguarda lo sport invece, dopo quanto tempo dall’intervento si può riprendere l’allenamento, anche agonistico?

 

LAP-T permette una rapida ripresa dell’attività fisica: tornare ad allenarsi in palestra con esercizi specifici sarà possibile già dopo 20-30 giorni. Anche l’attività agonistica può essere ripresa in tempi rapidi, normalmente un paio di mesi al massimo, modulati in base al tipo di attività e al singolo caso. Per lo sportivo agonista sono messi a punto programmi di riabilitazione rapida dedicati e personalizzati.                     

Dove visita e opera?

Visito e opero a Roma, presso la Clinica Quisisana e la Clinica Nuova Villa Claudia, e a Milano presso la Clinica Madonnina.  Sul sito www.giuseppepozzi.com potrete leggere approfondimenti su molte tematiche in parte affrontate oggi, cosi come sulla prevenzione della diastasi, argomento ancora poco conosciuto e sull’importanza del pavimento pelvico, dalla riabilitazione post-partum alle tecniche ricostruttive mini-invasive a volte necessarie.

La ringraziamo molto per la disponibilità e il tempo che ci ha dedicato. Prima di congedarla, ha un consiglio da dare a chi è affetto da diastasi e sta cercando informazioni?

La funzione della parete addominale è un valore importante per la qualità di vita, l’attività fisica e lo sport, e va recuperato. Consiglio di non ritardare la decisione di sottoporsi all’intervento chirurgico: il tempo e l’attesa sono variabili negative che possono comportare l’aumento progressivo della distanza tra i muscoli retti ed il peggioramento della diastasi, con riduzione del tono e dello spessore muscolare, e la comparsa di ernie addominali.

Inoltre, è fondamentale che l’intervento venga effettuato una volta sola e bene, che sia efficace e stabile nel tempo, senza dimenticare il recupero dell’aspetto estetico desiderato che con LAP-T e la sua LAP-T Shape si ottiene e senza cicatrici. La tecnica LAP-T ha questi obiettivi e questi risultati.

 

 

Immagini e video forniti dall’intervistato, prof. Giuseppe Pozzi.

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- Team Diastasi

2 thoughts to “La diastasi addominale: cause, sintomi e soluzioni nella video intervista con il dott. Grassetti”

  • Alessia

    25 Agosto 2018 at 17:15

    Quanto tempo dopo il cesareo si può fare il massaggio?

    Rispondi
    • – Team Diastasi

      26 Agosto 2018 at 17:38

      Il massaggio alla cicatrice può essere iniziato quando sono cadute tutte le crosticine

      Rispondi

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