Il dott. Troiano, Dirigente Medico Anestesista-Rianimatore, spiega tutto sull’anestesia

Agosto 25, 2017 - by Team Diastasi Italia - in Info utili e consigli

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1. Cos’è un’anestesia e cosa succede al nostro corpo?

Per poter eseguire un intervento chirurgico un paziente deve necessariamente essere sottoposto ad un’anestesia che, principalmente, serve a controllare e/o bloccare il dolore e a preservare l’organismo dall’aggressione chirurgica. Durante l’intervento chirurgico il nostro corpo viene sottoposto ad una serie di stress che vanno ad influire sulle principali funzioni quali cardiocircolatoria, respiratoria e cerebrale.

L’anestesista è appunto un medico specializzato cui è affidato il compito impegnativo di annullare il dolore, di controllare durante l’intervento le funzioni vitali e il loro recupero spontaneo al termine dell’intervento chirurgico.

La sicurezza dell’anestesia moderna deriva dai progressi farmacologici e tecnologici e dalla particolare preparazione dell’anestesista.

 

2. Quali sono le differenze tra anestesia generale, anestesia locale con sedazione e spinale?

Esistono due tipi di anestesia: l’anestesia generale durante la quale il paziente è completamente anestetizzato e l’anestesia loco-regionale con la quale solo una parte o un’intera regione del corpo viene anestetizzata. Dopo l’esame dello stato di salute del paziente e del tipo di intervento chirurgico, l’anestesista sceglie, attraverso la visita anestesiologica, il tipo di anestesia che possa dare al paziente maggiori vantaggi e minimi rischi.

L’anestesia generale è attualmente ancora il tipo di anestesia più usato per la maggior parte degli interventi che richiedono l’incoscienza del paziente, il rilasciamento muscolare prolungato e per gli interventi in cui è impossibile usare l’anestesia locale.

Durante anestesia generale tutto il corpo e soprattutto il cervello è addormentato ed il paziente non sente nulla e non ricorda nulla dell’operazione.

L’anestesia generale può essere somministrata mediante iniezioni endovenose o attraverso un tubo messo nella trachea, se l’anestetico è gassoso, oppure per entrambe le vie.

Le fasi dell’anestesia generale sono tre: induzione, mantenimento, risveglio.

Durante l’induzione il paziente viene addormentato con un cocktail di farmaci che servono non solo a far dormire ma che controllano e/o aboliscono il dolore e che rilassano tutta la muscolatura del corpo.

Durante l’intervento chirurgico c’è il mantenimento nel quale l’occhio vigile dell’anestesista è pronto a cogliere ogni variazione in modo da mantenere sempre il giusto equilibrio delle funzioni vitali e continua a somministrare farmaci.

Nell’ultima fase del risveglio, che avviene sempre ad intervento chirurgico terminato, molti farmaci vengono fatti smaltire mentre per altri esistono antidoti specifici. Si attende quindi il risveglio del paziente e solo dopo aver controllato la ripresa della coscienza, dei riflessi e dell’attività respiratoria autonoma, viene rimandato nel reparto di degenza.

La condotta anestesiologica viene paragonata classicamente al volo di un aereo: l’induzione è simile al decollo, il mantenimento al volo di crociera in quota e il risveglio all’atterraggio. Quindi le fasi più delicate e che richiedono maggiore attenzione sono l’induzione e il risveglio, come il decollo e l’atterraggio per l’aereo.

Con l’anestesia regionale solo una regione specifica del corpo è anestetizzata: il dolore proveniente da essa viene bloccato e non arriva al cervello. Questo viene ottenuto iniettando l’anestetico direttamente vicino ad i nervi che portano la sensibilità alla zona sottoposta all’intervento. Ad esempio se si deve operare il piede vengono anestetizzati solo i nervi della gamba.

Ci sono diversi vantaggi nell’anestesia loco-regionale. Questi sono l’eliminazione del dolore senza la perdita della coscienza e minori effetti collaterali rispetto all’anestesia generale (gola dolente, nausea, vomito e disorientamento, per citarne alcuni).

Essere cosciente è un vantaggio ad esempio durante l’esperienza piacevole del parto cesareo o quando il paziente ha paura di addormentarsi e subire l’anestesia generale. Dopo l’intervento chirurgico in anestesia loco-regionale il sollievo dal dolore può durare diverse ore senza bisogno di altri farmaci. L’anestesia loco-regionale può essere scelta per diversi tipi di operazioni; infatti molte zone del corpo possono essere bloccate con l’anestesia regionale.

L’anestesia subaracnoidea detta anche anestesia spinale, è un tipo di anestesia regionale che viene eseguita iniettando una piccola dose di anestetico dentro lo spazio subaracnoideo, dove c’è il liquido che circonda il midollo spinale e i suoi nervi. In pratica gli impulsi dolorosi provenienti dai nervi vengono bloccati prima che raggiungano il cervello e il paziente può essere così operato tranquillamente senza sentire nessun dolore.

Quando l’intervento è terminato e l’anestetico comincia ad esaurirsi il paziente riprende i movimenti, la sensibilità e più tardi le sensazioni dolorose.

L’anestesia subaracnoidea ha un’azione immediata ed una durata anche fino a tre ore; è sicura ed è indicata per operazioni specialmente sul basso addome e degli arti inferiori. Per gli interventi sull’arto inferiore, con la cosiddetta anestesia subaracnoidea selettiva, addirittura si può anestetizzare solo l’arto da operare.

A volte è possibile combinare tecniche di anestesia loco-regionale con dei farmaci sedativi: in questo modo c’è il vantaggio di non essere addormentati evitando quindi tutti i farmaci necessari per un’anestesia generale ma il paziente ha comunque la possibilità di riposare durante l’intervento evitando anche di sentire rumori ambientali e discorsi tecnici che a volte preoccupano anche in modo eccessivo, ma comprensibile, i non addetti ai lavori.

 

3. Quali sono i rischi di una anestesia generale/spinale?

Molti pazienti anche se consapevoli della sicurezza dell’anestesia generale rimangono spaventati dalle notizie distorte che appaiono, a volte, su giornali ed in televisione, relative a qualche incidente attribuibile all’anestesia. La paura di sottoporsi all’anestesia generale, di dormire e rimanere in un stato d’incoscienza, affidate a persone sconosciute non è la sola ragione perché l’anestesia loco-regionale viene sempre più frequentemente praticata, quando possibile. Infatti, lo sviluppo di attrezzature particolari, di farmaci anestetici locali di varia durata e la conoscenza approfondita del funzionamento dell’anestesia loco-regionale ha accresciuto l’interesse dei medici per queste tecniche.

Comunque bisogna essere consapevoli del fatto che le complicanze potenziali dell’anestesia loco-regionale, anche se minori e rare, possono essere altrettanto gravi di quelle da anestesia generale, come in altre terapie mediche.

 

4. Chi sono i soggetti a rischio?

Il concetto di rischio in medicina e soprattutto in situazioni che comportano un intervento chirurgico non è ben definito in quanto nonostante le moderne tecniche e le recenti conoscenze non è possibile in assoluto prevederlo. Ognuno di noi, ogni paziente, porta in sé molte variabili costituzionali e funzionali, ancora di più se sono presenti patologie concomitanti. Ciononostante attraverso la visita anestesiologica, studiando approfonditamente il paziente indagandone la storia clinica riguardo problematiche pregresse e attuali e/o interventi chirurgici precedenti è possibile attribuire una classe di rischio per quel determinato paziente che aiuta ad indirizzare al meglio le cure anestesiologiche prima, durante e dopo l’intervento chirurgico: un giovane ragazzo in salute senza nessun problema rilevante avrà sicuramente un rischio basso (ma non nullo) rispetto ad una persona anziana soprattutto se sono presenti co-patologie.

 

5. Qual è il compito dell’anestesista?

Il medico specializzato in Anestesia, Rianimazione, Terapia Intensiva e del Dolore è colui che prende in carico il paziente in toto già prima che inizi l’intervento chirurgico attraverso una pre-anestesia quando è ritenuta opportuna.

Per il regolare svolgimento dell’intervento chirurgico adotta la strategia anestesiologica più opportuna e corretta per quel tipo di paziente controllando in maniera costante le funzioni vitali (che risentono costantemente dell’aggressione chirurgica e dei farmaci anestesiologici) ritagliando in maniera sartoriale la condotta anestesiologica per tutto l’intervento chirurgico.

Nel post operatorio si preoccupa di controllare principalmente il dolore attraverso la somministrazione di analgesici.

 

6. Negli interventi di addominoplastica si predilige quasi sempre l’anestesia generale. Perché?

Nella maggior parte degli interventi esguiti sulla regione addominale del corpo si preferisce l’anestesia generale perché i muscoli restano completamente rilassati grazie all’uso di un farmaco specifico chiamato curaro che determina una vera e propria paralisi muscolare. In questo modo il chirurgo riesce a lavorare con più facilità e di conseguenza con maggiore confort del paziente che subisce così meno ore di intervento. È possibile comunque, in base anche all’abilità del chirurgo e alla tipologia di intervento, provare ad eseguire un’anestesia combinata, ovvero anestesia loco-regionale della parete addominale più sedazione, fermo restando che, se il paziente non dovesse avere un ottimo controllo del dolore o per qualsiasi altra forma di discomfort, si può sempre convertire in anestesia generale.

 

7. Si viene sempre intubati? Perché?

Per eseguire un’operazione non si viene sempre intubati. L’intubazione è una particolare tecnica anestesiologica che avviene nella fase dell’induzione, cioè dell’addormentamento, quindi quando si sta eseguendo un’anestesia generale.

Durante l’anestesia generale l’utilizzo del curaro fa si che tutti i muscoli siano completamente rilassati, cioè paralizzati, compresi quelli deputati all’attività respiratoria. Il paziente ha quindi la necessità di essere sostenuto nella sua funzione respiratoria da una macchina impostata dall’anestesista che controlla automaticamente ogni atto respiratorio, la frequenza e il volume cioè la quantità di aria, ossigeno e gas che entra nei polmoni. Al termine dell’intervento quando non sarà più presente curaro nel sangue e il paziente inizierà a respirare da solo senza l’aiuto del respiratore, il tubo endotracheale viene rimosso.

 

8. In quanto tempo si smaltisce un’anestesia generale?

Senza dimenticare la variabilità individuale, i farmaci ad oggi in uso sono ritenuti particolarmente “maneggevoli” e di rapidissimo smaltimento, nell’ordine di qualche ora.

Spesso a creare problemi nel tempo sono i possibili effetti collaterali e conseguenze dell’intervento, dei farmaci prescritti e della patologia in sé, non dell’anestesia; anche lo stress post-operatorio può avere un peso rilevante.

Infatti, pazienti in salute, anche una serie di anestesie generali ravvicinate in genere non causano alcuna conseguenza (mentre possono provocare confusione e ripercussioni sull’organismo di un paziente anziano).

 

9. Come mai ancora tante persone hanno il timore di un’anestesia generale?

Generalmente i pazienti hanno paura o di non addormentarsi e/o di svegliarsi durante un intervento oppure di non risvegliarsi al termine dell’intervento stesso.

Le moderne conoscenze in ambito farmacologico danno molte più certezze rispetto al passato. Inoltre esistono numerose tecniche di monitoraggio elettronico che aiutano l’occhio attento dell’anestesista ad evitare che il paziente possa avere una superficializzazione dell’anestesia o un risveglio ad intervento ancora in corso.

Così come il risveglio è assicurato, salvo complicanze ed imprevisti che comunque possono incorrere e che non necessariamente sono legate all’anestesia: fermo restando che un paziente anziano che presenta una serie di patologie ha sempre un rischio maggiore.

Dott. Herbert Toiano 

Dirigente Medico Anestesista-Rianimatore ASL2 Lanciano-Vasto-Chieti e Responsabile dell’Organizzazione Sistema Emergenze Intraospedaliere e Formazione in Simulazione. 

Oltre che con l’esperienza professionale, le competenze comunicative sono state acquisite attraverso la formazione e la gestione di corsi in qualità di:

1.   Monitore di Croce Rossa Italiana

2.   Istruttore di manovre di Rianimazione e per la gestione del Trauma per Adulti e Pediatriche Basic e Advanced  (CRI, IRC, SIMEUP)

3.   Istruttore di Manovre di Disostruzione Pediatrica (CRI, IRC)

4.   Istruttore di Simulazione in Medicina (ISSiH),

5.   Docente cultore della materia in ambito universitario in CdL dell’Università “G. D’Annunzio” Chieti-Pescara

6.   Tutor della Scuola di Specializzazione in Anestesiologia, Rianimazione e Terapia Intensiva dell’Università degli Studi “G. D’Annunzio” Chieti-Pescara

Ha collaborato in qualità di ideatore, organizzatore, resp. scientifico e docente ai corsi di Simulazione Full Scale “La sicurezza in chirurgia: lavorare in Teamwork and risk management in situazioni di emergenza. Corso di formazione per la gestione degli eventi critici in sistemi complessi“, Chieti 21-22 e 23-24 settembre 2015 e “La sicurezza in sala parto: lavorare in Team. Corso in simulazione ad alta fedeltà in situ e CRM per gli operatori del percorso nascita”, Chieti 20-21 e 22-23 aprile 2015.

Dal 2009 a tutt’oggi nell’ambito del Progetto C.I.E.L.O. per la ASL2 Abruzzo ha partecipato in qualità di organizzatore, co-responsabile scientifico, docente e direttore di corso a circa 50 corsi BLSD e METal ECM aziendali.

Dal 1994 al 1996 Vice Ispettore Gruppo Pionieri CRI Com.to Prov.le di Chieti (gestione di oltre 30 persone per l’organizzazione di servizi di volontariato in ambito assistenziale e sanitario).

Nel luglio-agosto 1995 co-responsabile dell’organizzazione e gestione della Manovra di Protezione Civile e Sanitaria “Parco Nazionale d’Abruzzo” in località Villetta Barrea (AQ).

Organizzazione di numerose esercitazioni CRI in ambito sanitario, in particolare nell’emergenza, assistenziale e di Protezione Civile.

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Team Diastasi Italia

3 thoughts to “Osteopatia e diastasi addominale”

  • Eleonora Marchioro

    10 Giugno 2020 at 14:55

    Buongiorno, vorrei sapere quale pancere consigliate durante la gravidanza. Io purtroppo ho scoperto solo durante la mia seconda gravidanza di avere una diastasi dei muscoli retti.

    Rispondi
  • Teresa La placa

    26 Gennaio 2022 at 10:11

    Buongiorno…..avrei piacere di avere più informazioni per quanto riguarda l’intervento sulla diastasi addominale, essendone colpita.
    Chiedo gentilmente di essere contattata è parlarne con un esperto
    Grazie.

    Rispondi
    • – Team Diastasi

      22 Marzo 2022 at 14:05

      Non forniamo consulenze private, può trovare tutte le informazioni sul nostro sito o iscrivendosi al gruppo Facebook Diastasi Italia

      Rispondi

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